dicembre 30
11:43
2014
Che uno speculatore finanziario abbia a cuore
beneficenza e democrazia è un sanguinoso ossimoro. L’intervento di
George Soros pubblicato su La Stampa ne è la conferma. Il noto
finanziere, spesso deus ex machina di interventi e ingerenze
pesanti nella vita politica di molti paesi, rompe gli indugi
sull’Ucraina. Dieci anni fa aveva finanziato la rivolta arancione nel
paese, oggi spinge affinchè l’intervento risolutore sia realizzato dalla
potenza militare della Nato e dai soldi dell’Unione Europea. Ed è
proprio a quest’ultima che Soros si rivolge chiedendogli di dissanguarsi
prima con le sanzioni verso la Russia poi finanziando l’Ucraina come
garante presso il Fondo Monetario Internazionale. Il rischio? Un
conflitto con la Russia ma è proprio questo che Soros auspica. Un
apprendista stregone patentato e che di scheletri e danni vomitevoli ne
ha già parecchi nel suo armadio. Vediamo cosa sostiene Soros.
In primo luogo l’Unione Europea deve rompere gli indugi. Secondo Soros “Invadendo
l’Ucraina nel 2014, la Russia ha sferrato una sfida epocale ai valori e
ai principi dell’Ue e al sistema di regole che ha mantenuto la pace in
Europa dal 1945. Né i leader né i cittadini europei sono pienamente
consapevoli della portata di questa sfida, tanto meno sanno come
affrontarla”.
Il riarmo dell’Ucraina è decisivo secondo Soros: “L’Occidente,
purtroppo, ha fornito all’Ucraina sotto attacco un supporto solo di
facciata. Altrettanto preoccupante è apparsa la continua riluttanza dei
leader internazionali a fornire nuovi impegni finanziari per l’Ucraina.
Di conseguenza, la semplice minaccia di un’azione militare può essere
sufficiente a provocare il collasso economico dell’Ucraina”
Soros, come molti guerrafondai statunitensi, teme che Obama accetti un accordo con la Russia:“Putin
sembra tenere in serbo la prospettiva di un grande patto, la Russia fa
la sua parte nella lotta contro lo Stato islamico – per esempio, non
fornendo i missili S300 alla Siria (preservando così il dominio aereo
statunitense) – in cambio gli Usa lasciano alla Russia il controllo sul
suo cosiddetto «estero dietro casa». Qualora Obama dovesse accettare un
tale accordo, l’intera struttura delle relazioni internazionali sarebbe
pericolosamente alterata a favore dell’uso della forza. Sarebbe un
tragico errore”
Gli Stati aderenti all’Unione Europea,
secondo Soros, hanno l’occasione di indicare un nemico, anzi “il
nemico”, capace di fargli mettere da parte i contrasti interni sul
rigore di bilancio. E’ l’occasione d’oro per risolvere le divergenze e
concentrare gli sforzi contro il nemico comune- la Russia – anche
rischiando di mandare in rosso i bilanci e le politiche di asuterity fin
qui adottate dalla Ue. “La minaccia per la coesione politica della
Ue è anche più grave del rischio militare. La crisi dell’euro ha
trasformato un’unione sempre più stretta di Stati sovrani uguali in
un’associazione di Paesi creditori e debitori, con i debitori che
lottano per soddisfare le condizioni poste dai creditori. È questa
debolezza interna ad aver permesso alla Russia di emergere come una
potente rivale dell’Ue. L’attacco della Russia all’Ucraina è
indirettamente un attacco alla Ue e ai suoi principi. E non è opportuno
per un Paese, o per un’associazione di Paesi, farsi la guerra per
perseguire l’austerità fiscale, come continua a fare l’Unione europea.
Tutte le risorse disponibili dovrebbero essere dedicate all’impresa
comune, anche se questo dovesse significare chiudere i bilanci in
passivo”.
Particolare interessante nell’analisi di
Soros, è che la politica della Merkel e della Germania sull’austerità
corre il rischio di ostacolare questa operazione di concentrazione del
fuoco sul nemico. Dice Soros che “La fortuna dell’Europa è che il
cancelliere tedesco Angela Merkel si sia comportata come una vera
europea riguardo alla minaccia rappresentata dalla Russia. Prima
sostenitrice delle sanzioni, si è dimostrata la più disponibile a
sfidare per questo l’opinione pubblica tedesca e gli interessi
commerciali. Ma la Germania è anche il Paese che più di ogni altro
sostiene la necessità dell’austerità fiscale, e la Merkel deve capire la
contraddittorietà di queste posizioni”.
Non solo, ma la guerra contro la Russia –
anche se viene evocata attraverso la formula del “sostegno all’Ucraina –
avrebbe, secondo Soros, un effetto benefico sull’economia dell’Unione
Europea: “Le sanzioni contro la Russia sono necessarie, ma non sono
senza conseguenze: l’impatto depressivo delle sanzioni aggrava le forze
recessive e deflazionistiche già in atto. Al contrario, aiutare
l’Ucraina a difendersi contro l’aggressione russa avrebbe un effetto di
stimolo sull’Ucraina e sull’Europa”.
Per questo motivo, secondo il noto
speculatore finanziario, l’Unione Europea dovrebbe aprire il portafoglio
che oggi tiene chiuso: “L’Ucraina ha bisogno di un’iniezione di
liquidità immediata, diciamo 20 miliardi di euro, con la promessa di
averne di più in caso di necessità, così da scongiurare il collasso
finanziario. Il Fondo monetario internazionale potrebbe fornire questi
fondi, se la Ue promettesse di versare il suo contributo. Le spese reali
rimarrebbero sotto il controllo del Fmi e subordinate alla
realizzazione di profonde riforme strutturali”.
Infine c’è la missione finale che l’Unione Europea dovrebbe impugnare: “La
«nuova Ucraina» è risolutamente pro-europea e pronta a difendere
l’Europa difendendo se stessa. Ma i suoi nemici – non solo la Russia
putiniana, ma anche la sua burocrazia e la sua oligarchia finanziaria –
sono incredibilmente forti, e non può farcela da sola. Sostenere nel
2015 la nuova Ucraina è di gran lunga l’investimento più redditizio che
l’Ue possa fare. Potrebbe anche aiutare la Ue a ritrovare lo spirito di
unità e di prosperità condivisa che ha portato alla sua creazione.
Salvando l’Ucraina, l’Ue potrebbe anche salvare se stessa”.
Questa chiusura contiene in se l’essenza
della questione. Secondo uno dei maggiori speculatori finanziari del
mondo, le contraddizioni interne dell’Unione Europea trarrebbero
beneficio dal conflitto con la Russia, un conflitto ovviamente sempre
declinato come “aiuto all’Ucraina”, ma è palese anche ad occhio nudo che
un piano di aiuti all’Ucraina non avrebbe il peso e i ritorni positivi
sufficienti come contropartita ai danni della sanzioni alla Russia e dei
finanziamenti in uscita. All’Unione Europea servirebbe quindi qualcosa
di più consistente per “salvare se stessa”, un bersaglio grosso, un
nemico…. un conflitto.
Si capisce da queste argomentazioni che
quelli come Soros e i leader europei che ne seguono le indicazioni,
vanno fermati, prima che sia possibile e con ogni iniziativa necessaria.
Fonte: Contropiano