L'attentatore è fuggito e un paio di ore dopo ha colpito la sede di una banca nel quartiere d'affari de La Defense. In
seguito ha preso in ostaggio per poco un individuo e si è fatto portare
sugli Champs-Elysees. Secondo alcuni testimonianze avrebbe con sé,
oltre al fucile, anche una borsa piena di bombe a mano
Dopo l'aggressione di oggi, pattuglie di polizia sono state dispiegate davanti alle redazioni dei principali media parigini.
Questa mattina la vittima dell'aggressione a Libération, si trovava nella sede del giornale, in quanto assistente di un altro fotografo. Erano al lavoro per realizzare alcuni scatti dell'inserto settimanale Next. La notizia è rimbalzata sulle agenzie di stampa internazionali dopo i primi tweet diffusi dai giornalisti di Libération. "Qualcuno è entrato a Libé con una carabina e ha sparato su un assistente fotografo. Polizia sul posto", si legge sul profilo Twitter del giornalista economico Dominique Albertini. Secondo il direttore del giornale, Fabrice Rousselot, l'attentatore avrebbe "una quarantina di anni e i capelli corti". Sarebbe inoltre entrato in redazione "a testa bassa" e andato via nella stessa maniera dopo aver sparato "due colpi di fucile". Il fotografo ha riportato ferite alle braccia e al torace. "L'aggressore non ha detto nulla e se ne è andato poco dopo", hanno spiegato a Libération, fonti della polizia.
Venerdì mattina un uomo era entrato nella sede dell'emittente Bfmtv, a Parigi, minacciando i giornalisti. Poco dopo era scappato. Per ora non è possibile stabilire un collegamento fra i due episodi. Attorno alla redazione del giornale, in rue Beranger, fra place de la Republique e il Marais, la polizia ha sistemato transenne e la zona è attualmente inaccessibile. Sul posto è arrivato il prefetto, Bernard Boucault. "La redazione reagisce con grande emozione a quest'attacco - ha aggiunto il direttore Rousselot - . I giornalisti sono colpiti dal fatto che degli individui possano prendersela con la stampa". Sconvolto anche il direttore editoriale Nicolas Demorand che dice: "Se giornali e media devono diventare dei bunker, vuol dire che qualche cosa funziona male in questa società".