Cervantes

Hoy es el día más hermoso de nuestra vida, querido Sancho; los obstáculos más grandes, nuestras propias indecisiones; nuestro enemigo más fuerte, el miedo al poderoso y a nosotros mismos; la cosa más fácil, equivocarnos; la más destructiva, la mentira y el egoísmo; la peor derrota, el desaliento; los defectos más peligrosos, la soberbia y el rencor; las sensaciones más gratas, la buena conciencia, el esfuerzo para ser mejores sin ser perfectos, y sobretodo, la disposición para hacer el bien y combatir la injusticia dondequiera que esté.

MIGUEL DE CERVANTES
Don Quijote de la Mancha.
La Colmena no se hace responsable ni se solidariza con las opiniones o conceptos emitidos por los autores de los artículos.

28 de mayo de 2015

FACCIAMO UNA GUERRA. TRA UN MESE, IN LIBIA

FACCIAMO UNA GUERRA. TRA UN MESE, IN LIBIA

– DI LUCA FAZIO –
Fac­ciamo una guerra. Tra un mese, in Libia. I pia­ni­fi­ca­tori euro­pei di nuove morti, gli stessi che si rim­pal­lano poche migliaia di pro­fu­ghi che rischiano la vita nel Medi­ter­ra­neo, dicono che il con­flitto durerà un anno. Sarà impos­si­bile chia­marla “ope­ra­zione di poli­zia” e sarebbe scan­da­loso defi­nirla “mis­sione uma­ni­ta­ria”. La chia­me­ranno mis­sione Euna­v­for Med. Dopo le rive­la­zioni del Guar­dian — peral­tro smen­tite con imba­razzo dai mini­stri d’Europa — que­sta volta è Wiki­Leaks ad aver rovi­nato i piani del vec­chio con­ti­nente. L’organizzazione di Julian Assange ieri ha pub­bli­cato in rete un docu­mento dell’European Union-Mili­tary Com­mit­tee (Eumc) — dipar­ti­mento pre­sie­duto dai Capi di stato mag­giore dei paesi euro­pei — secondo cui l’Europa sta pre­pa­rando un inter­vento armato in Libia.
Il titolo del dos­sier (rive­lato in Ita­lia dal set­ti­ma­nale L’Espresso) è tutto un pro­gramma: “Piano appro­vato dai capi della difesa euro­pea per l’intervento mili­tare con­tro le navi dei rifu­giati in Libia e nel Medi­ter­ra­neo”. L’obiettivo dichia­rato è col­pire gli sca­fi­sti per bloc­care i viaggi dei pro­fu­ghi, ma sono pre­vi­ste anche azioni di terra e non si esclude l’allargamento dell’operazione mili­tare anche alle riserve petro­li­fere. Si chiama inva­sione di uno stato sovrano (con tutte le com­pli­ca­zioni del “caso” libico). “L’Unione euro­pea — com­menta Wiki­Leaks — schie­rerà la forza mili­tare con­tro infra­strut­ture civili in Libia per fer­mare il flusso di migranti. Dati i pas­sati attac­chi in Libia da parte di vari paesi euro­pei appar­te­nenti alla Nato, e date le pro­vate riserve di petro­lio della Libia, il piano può por­tare ad altro impe­gno mili­tare in Libia”. In totale spre­gio dei par­la­menti euro­pei — e dell’articolo 11 della Costi­tu­zione italiana.
Il docu­mento riser­vato, al di là dell’esito cata­stro­fico di ogni guerra più o meno dichia­rata, rivela tutta l’incapacità dell’Europa di com­pren­dere il feno­meno dell’immigrazione anche dopo anni di inin­ter­rotto flusso di esseri umani nel Medi­ter­ra­neo. Tra gli obiet­tivi della mis­sione, infatti, si ammette anche la neces­sità di “una suf­fi­ciente com­pren­sione dei modelli di busi­ness del traf­fico, del finan­zia­mento, delle rotte, dei posti di imbarco, delle capa­cità e delle iden­tità (dei migranti)”. Come dire che a un mese dell’attacco si bran­cola ancora nel buio. Tra le carte si ammet­tono con una certa leg­ge­rezza anche gli inter­venti a terra: “L’uso della forza deve essere ammesso, spe­cial­mente durante le atti­vità come l’imbarco, e quando si opera sulla terra o in pros­si­mità di coste non sicure o durante l’interazione con imbar­ca­zioni non adatte alla navigazione”.
Altri det­ta­gli, messi nero su bianco, sug­ge­ri­scono sce­nari disa­strosi già messi in conto dai mili­tari euro­pei: “La pre­senza di forze ostili, come estre­mi­sti o ter­ro­ri­sti come lo Stato Isla­mico”. E ancora: “La minac­cia che sca­tu­ri­sce dalla gestione di un grande volume di migranti deve essere presa in con­si­de­ra­zione”. Una tale mis­sione richie­derà “regole di ingag­gio robu­ste e rico­no­sciute per l’uso della forza”. Non si esclu­dono inter­venti per libe­rare “ostaggi” cat­tu­rati dagli sca­fi­sti. Sono pre­oc­cu­pa­zioni che dise­gnano sce­nari da auten­ti­che bat­ta­glie di terra. Con impli­ca­zioni poli­ti­che molto rischiose: “E’ neces­sa­rio cali­brare l’attività mili­tare con grande atten­zione, par­ti­co­lar­mente nelle acque libi­che o a terra, per evi­tare di desta­bi­liz­zare il pro­cesso poli­tico con danni col­la­te­rali, col­pendo atti­vità eco­no­mi­che legit­time, o creando la per­ce­zione di aver scelto una parte”.
Nel car­teg­gio segreto non manca il capi­tolo più spi­noso. Come gestire una guerra evi­tando l’effetto col­la­te­rale più sgra­de­vole per tutti i poli­tici che indos­sano l’elmetto: più che i morti, pre­oc­cupa la cat­tiva “repu­ta­zione” degli assas­sini. “Il Comi­tato Mili­tare dell’Unione Euro­pea — si legge — cono­sce il rischio che ne può deri­vare alla repu­ta­zione dell’Unione euro­pea, rischio col­le­gato a qual­siasi tra­sgres­sione per­ce­pita dall’opinione pub­blica in seguito alla cat­tiva com­pren­sione dei com­piti e degli obiet­tivi, o il poten­ziale impatto nega­tivo nel caso in cui la per­dita di vite umane fosse attri­buita, cor­ret­ta­mente o scor­ret­ta­mente, all’azione o all’inazione della mis­sione euro­pea”. Quindi si con­si­dera “essen­ziale fin dall’inizio una stra­te­gia media­tica per enfa­tiz­zare gli scopi dell’operazione e per faci­li­tare la gestione delle aspet­ta­tive”. Gior­na­li­sti avvi­sati, mezzi arruo­lati. Non dovrebbe esserci alcun pro­blema, invece, per otte­nere l’avvallo della comu­nità inter­na­zio­nale: i mili­tari indi­cano Unione Afri­cana, Onu, Nato, Lega Araba, Egitto e Tuni­sia come part­ner della nuova guerra.
E il par­la­mento ita­liano? Non è men­zio­nato nel docu­mento dell’Eumc, ma anche in que­sto caso per i mili­tari non dovreb­bero esserci pro­blemi. Solo M5S e Sel hanno qual­cosa da ecce­pire. “Le rive­la­zioni dif­fuse da Wiki­Leaks — dicono i depu­tati pen­ta­stel­lati delle com­mis­sioni Esteri e Difesa — dimo­strano che la mis­sione anti sca­fi­sti dell’Ue in Libia si risol­verà in un vero e pro­prio inter­vento mili­tare. In sostanza Mat­teo Renzi e i suoi sodali Alfano, Gen­ti­loni e Pinotti ci stanno tra­sci­nando in una nuova guerra, senza aver prima infor­mato prima det­ta­glia­ta­mente il par­la­mento”. Per il capo­gruppo di Sel a Mon­te­ci­to­rio, Arturo Scotto, “invece di pen­sare a come bom­bar­dare qual­cuno Renzi si impe­gni affin­ché l’Europa la smetta con gli egoi­smi nazio­nali e si fac­cia carico del raf­for­za­mento della capa­cità di sal­va­tag­gio di per­sone in mare, sulla scorta di quanto fatto con Mare Nostrum”.
Luca Fazio
Fonte: www.ilmanifesto.info

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